IDEE IN LIBERTA’ SULL’ESPERIENZA IN I C

 

Ritengo che l’intervento da voi fatto in I C sia stato decisamente positivo e stimolante sia per i ragazzi che per me.

Non ho avuto ancora la possibilità di chiedere direttamente ai miei alunni che impressioni abbiano riportato dall’esperienza, ma mi è sembrato di vederli coinvolti e partecipi. Io ho avuto la possibilità di osservarli dal di fuori, in quanto non conduttrice dei giochi, e di studiare le loro reazioni sia singolarmente che in relazione al gruppo di appartenenza.

La prima considerazione che mi viene da fare è che certamente non sanno lavorare in gruppo e che alcuni di loro, seppur alunni diligenti e bravi, tolti dal rapporto individuale con lo studio, appaiono spaesati e quasi intimiditi sia di fronte alle azioni che si richiedono loro che di fronte alle abilità che è necessario mettere in gioco.

Per loro è stato certamente positivo, oltre che piacevole, fare scuola in modo diverso e questo ha fornito a me materiale per farli riflettere sull’importanza di non essere individualisti e sulle infinite possibilità di collegamento che le sterili nozioni scolastiche hanno quando le si decontestualizzano.

Ribadisco senz’altro l’opportunità che voi conosciate prima il percorso didattico compiuto dai ragazzi per poter meglio calibrare le domande in modo che abbiano il maggior impatto possibile sul processo di apprendimento complessivo che i ragazzi dovrebbero compiere nell’età della scuola media.

E’ certamente opportuno che a condurre questo tipo di interventi siano persone diverse dagli insegnanti di classe perchè ciò aumenta senz’altro la valenza dell’intervento e contribuisce a far comprendere che si può imparare anche in modi che sembrano alternativi e che sono certamente più piacevoli.

Per evitare perdite di tempo che possano non consentire di finire il gioco, cosa che inevitabilmente delude i ragazzi, sarebbe opportuno, nelle scuole che ne abbiano la possibilità, di allestire il necessario in uno spazio che non sia l’aula. Il non essere nello spazio abitualmente preposto alle lezioni consentirebbe anche di abbandonare più facilmente le dinamiche di classe.

Alessandra Tommasi, insegnante della scuola media "Vivaldi di Ostia", Roma, 4 maggio 2009